Per tutto il resto c’è mastercard

Oggi pomeriggio ho lasciato la casa appesa in campagna e sono scesa a passeggiare sul lungomare, mangiando un gelato al sole quasi primaverile; le onde lunghe, la spiaggia, un po’ di vento ma temperatura ideale. Totale viaggio: cinque minuti di macchina. Nello stesso momento il topobambino insieme alla nonna scivolava velocemente col suo bob sulla neve. Totale viaggio: mezz’oretta di macchina in strada panoramica. No, non ha prezzo..

Se n’è andata cucendo..

Mia nonna è volata via. Ormai non mangiava più. Si è assopita, non si svegliata. E ieri, prima di morire, stava cucendo un orlo, di una tovaglia o di un lenzuolo forse. Con gli occhi chiusi teneva un ago, faceva lenti e precisi movimenti con le dita tirando un filo immaginario. Io ero a casa, mia madre mi raccontava commossa. Erano almeno dieci anni che non cuciva più, ma ripeteva precisi gesti che le erano rimasti conosciuti. Nel suo sonno che non era un dormire…

Mamma.. con dedica

La giornata di ieri: ho portato il topobambino all’asilo, l’ho ripreso alle quattro, siamo andati a una festa di compleanno (ebbene sì, la prima a cui partecipiamo.. ha fatto lo sforzo) e alla sera riunione dell’asilo con elezione dei rappresentanti di classe (e sorvolo su certe uscite di alcuni genitori perché poi mi si dice che sono polemica). In tutto questo con la lavatrice di ieri ho pure finito la confezione di napisan che avevo trovato in casa. Ora me ne restano solo alcune bustine…

22 ottobre, la sera prima del giorno

Ed eccomi qui. A guardare Genova dall’alto, ad aspettare domani, a cercare di non pensare al mio topobambino che ora dorme beatamente a casa della nonna ma che ogni tanto dice che “mi aspetta” e che non vuole andare a scuola domani.. Eccomi qui tra un monitoraggio e l’altro in una stanza singola con bagno personale e vista sui tetti genovesi (ospedale pubblico eh!) che mi riporta a tre anni e mezzo fa.. Qui era tutto diverso ma la vista era la stessa. Eccomi qui…

Depressione pre parto: precisazione

Il commento di alessandro al post precedente e qualche altro messaggio di scuse mi hanno fatto capire di non essere stata per nulla chiara. Tutto quello che ho scritto è vero ma ho tralasciato di dire che era riferito a una certa categoria di persone: si tratta dei quasi sconosciuti, di quelli che in condizioni normali incontro per strada e saluto con un buongiorno, salve, buonasera. Sono loro che adesso mi fermano per dirmi di sbrigarmi, di farla uscire. Sono loro che mi chiedono cosa…

Depressione pre parto

Non è niente di grave eh.. Passerà e sono cose inevitabili. In un modo o nell’altro uscirò da questo tunnel.. e lei uscirà da qui. Però: io non riesco a capire che senso abbia chiedermi continuamente ” e allora?? La vuoi far uscire di lì?” oppure “ma cosa aspetti?” e tutte le varianti, tipo “ancora un po’ e cammina”, “ancora un po’ e parla”.. Sì, vorrei rispondere, spero che parli così magari vi può mandare a cagare direttamente lei. Poi per carità, io sono insofferente…

Altro che facebook!

Me ne stavo seduta rassegnata nella saletta del terzo piano del galliera aspettando il mio turno per il monitoraggio e ciacolavo senza troppo entusiasmo con una ragazza che come me aspettava. Si avvicina una ragazza, io al solito non me ne accorgo visto che come sempre me ne sto un po’ sulle mie.. “scusami, ma tu sei alessandra?” … Carramba che sorpresa! Una mia compagna di liceo, non la vedevo da più di quindici anni! Ora, non è che fossimo amiche eh, io al liceo…

io sono mamma, training autogeno

Cosa ho imparato? Che non riesco a far parte della categoria delle madri. Quelle che si metterebbero una spilla con scritto io sono mamma intendo.. E sono tante. Ma proprio tante! Ci sono le mamme-piombo, quelle madri così pesanti che ti senti oppressa solo a guardarle. Sono quelle che commentano ogni cosa, che mostrano sicurezza su tutto, che si mostrano sempre ferme e hanno tutte le risposte. Per dire, quelle che mentre qualcuno affronta con le maestre l’argomento generale “piangeranno e cosa dobbiamo fare? andare…

Viva il Santo

Ieri sera bella festa patronale nella nostra frazione. Soprattutto bellissima processione: la banda musicale, una ventina di Cristi (tra cui uno veramente enorme) che ballavano, la cassa del Santo patrono, atmosfera festosa, confraternite; insomma, ad un certo punto sembrava quasi di essere in un paesino del sud 🙂 Certe tradizioni che mescolano devozione e un pizzico di scaramanzia, come la cassa del Santo portata a spalla che dopo la processione deve entrare e uscire dalla chiesa tre volte prima di tornare ad essere messa accanto…