Vecchioni a Genova, il primo concerto di Anna

  Il primo concerto di Vecchioni per Anna, 5 anni (Marco ormai è un veterano, è al terzo). Lei emozionata da giorni, anzi “agitata” – come continuava a dire – perché “è la prima volta eh!”. Io solo preoccupata che si addormentasse a metà, lei che è abituata a crollare non troppo tardi. Preoccupata non per il fatto in sé, ma perché certamente poi lei stessa si sarebbe arrabbiata molto (conosco i miei polli). Già per me è un’emozione grande, grandissima, andare a questo concerto con…

All’improvviso 10 anni fa,

“e adesso voi guardate me negli occhi per rivederlo perché tra tutti voi gli assomigliavo un po’ di più” Che giorno è oggi? All’improvviso come un fulmine. 10 anni fa. Che poi le ricorrenze, le date, a me non hanno mai fatto nulla. Non mi hanno mai lasciato nessun segno. Sinceramente: ma come si fa a piangere ancora? Significa che piangerò per sempre? Significa che piangerò finché non ci sarà un altro dolore a sgomitare lasciando questo un po’ più indietro? E poi: il tempo…

Vecchioni di madre in figlia

Ero una bambina e mi chiudevo in sala, accendevo il grande giradischi e mettevo uno dietro l’altro i 33 giri che mio padre una sera aveva portato a casa; avevamo ascoltato Vecchioni in un concerto all’aperto all’Acquasola di Genova. Ci era entrato dentro come un colpo di fulmine, con l’improvvisa voglia di conoscerlo tutto, sentirlo tutto. Era il 4 agosto 1983. Mio padre appunto è arrivato una sera dal lavoro – e ricordo la chiave che gira nella toppa, ricordo che ogni sera la chiave…

C’è il braccio di mio padre

“C’è il braccio di mio padre. Rigido, teso. Sembra un braccio di legno tenuto su da un filo. Non è abituato a stare al centro di qualcosa. Avanza piano, non sa se salutare la gente o guardare soltanto avanti, fa una via di mezzo, saluta con gli occhi, trema. Quando la sua bara passerà nello stesso corridoio tra gli stessi banchi lui sarà più a suo agio e io avrò nostalgia di questo giorno demenziale solo per lui, per il suo braccio di legno che…

chiamami sempre amore

Vecchioni ha vinto Sanremo. Non so perché piango. Non lo so. Sanremo non l’ho mai guardato. L’ho sempre evitato coscientemente. Forse è solo il solito mio guardare coi miei occhi. Forse è comunque emozione. Forse paura. Forse mi fa effetto qualcosa che da un lato stride, dall’altro però non so.. è come se fosse giusto. Non lo so davvero. Ma è così. E vaffanculo se non so spiegarlo. Me ne frego se non spiegarlo. E’ così. Ho spento la luce al topobambino e ha aperto…

Rivederti ogni volta

Non guardavo il festival da un millennio. C’era Vecchioni. Come ogni volta rivedo sempre di più mio padre. Solo che questa volta non l’ho rivisto solo io. Due amiche, due persone che l’hanno conosciuto, hanno pensato a lui. Hanno visto come vedono i miei occhi. Come sento io. Sorrido, con nostalgia. Mi mangio il cuore a vedere i miei bambini emozionarsi. Vivo lo stupore immenso di guardare la piccola cantare una canzone mai sentita. e sorrido e un po’ sto bene un po’ mi metterei…

la nostalgia di assomigliarsi

mio padre mi manca sempre. mi manca per mille motivi e angoli di quotidianità. per i miei figli che non conosce, per l’aiuto che avrei, per le battute stupide, per il suo brontolare, per la partita da vedere insieme, per la sua intolleranza al genere umano che più cresco – invecchio – più ritrovo dentro di me. per il suo essere sempre contro, per i libri da prestargli, per mia madre. oggi mi manca perché avrei bisogno di parlargli. ed è da asma aver bisogno…

le voci di dentro

ci sono giorni come questo in cui mi sembra di fluttuare, col cuore un po’ sanguinante e il mondo intorno che mi pare una pioggia di meteoriti. E io immobile. fermo e inimmaginato come una nota di Mahler sopra un violino solo tiro una riga sotto l’operazione in colonna e non calcolo perché lo so già il risultato. e non mi piace. mi fa paura e male. Lasciatemi questa zona d’ombra, questo sentimento di non partenza ed è a questo punto che mi accorgo che…