Ieri sera bella festa patronale nella nostra frazione.
Soprattutto bellissima processione: la banda musicale, una ventina di Cristi (tra cui uno veramente enorme) che ballavano, la cassa del Santo patrono, atmosfera festosa, confraternite; insomma, ad un certo punto sembrava quasi di essere in un paesino del sud 🙂
Certe tradizioni che mescolano devozione e un pizzico di scaramanzia, come la cassa del Santo portata a spalla che dopo la processione deve entrare e uscire dalla chiesa tre volte prima di tornare ad essere messa accanto all’altare, mi piacciono. Non so, mi rendono gioiosa.
Forse è la semplicità in fondo che mi rende serena. Camminare nella calca tra la gente che guarda, che partecipa, tutto il piccolo paese in strada, mangiare lo zucchero filato, il topobambino incantato con la bocca aperta a guardar sfilare i Cristi, scendere da casa a piedi e soprattutto risalire a piedi, nonostante la pancia… sono stata bene, ecco.
Anche se il finale di serata ha regalato due delusioni a Marco: i fuochi d’artificio annullati per tempo troppo asciutto… e soprattutto il palloncino che è volato via appena tornati a casa, colpa della Milla che ci si è ingarbugliata.
Abbiamo curato la disperazione con un cono di zucchero filato fatto in casa 🙂
un po’ di tempo fa leggevo da qualche parte che in molti paesi non ci sono più portatori di cristi, perché gli adepti delle confraternite ormai sono quasi tutti decrepiti e non ce la fanno più. ci sono stati casi eclatanti in cui ai portatori autoctoni si sono sostituite intere famiglie di immigrati, magari del bangladesh, e la processione è tornata in auge per la curiosità dei paesani di veder sfilare i foresti 🙂
è una cosa bella che nel tuo paese ci sia ancora chi porta avanti queste tradizioni.
sì, ho sentito che molte confraternite sono state sciolte proprio per questo… In realtà in questa processione ho notato che c’erano molti ragazzi anche tra i portatori delle varie confraternite che partecipavano.
Hai ragione, è una cosa bella.