Settimana bianca: se chiudi gli occhi cosa vedi?

Ho fatto un notturno che quando sono arrivata in pista e mi son trovata da sola, musica nelle orecchie, pista battuta perfetta e senza ancora nemmeno una traccia di sci mi è venuto da piangere. Da piangere proprio eh! Indescrivibile. Indescrivibile quella sciata, perfetta, nella neve perfetta, nella sera perfetta, nella musica perfetta. Il topobambino ha fatto la collettiva e si è divertito come un matto col maestro Mariano e quattro nanetti come lui coi quali ha fatto gruppo. E poi abbiam preso ogni genere…

canzoni che tornano

Ho una emozione nuova oggi, strana in parte, particolare, commovente. Quando ero ragazzina scrivevo canzoni strimpellando in maniera assolutamente indecente una chitarra classica, pigiando rec e play contemporaneamente sul registratore di cassette e cantando e suonando davanti al registratore posato sulla scrivania. E a pensarci non era mica un millennio fa eh… parliamo di… beh sì, diciamo 22 o 23 anni fa O_o E poi cuffie e via. Alimentavo il mio ego. Roba mia, solo per me. Per riascoltarmi. L’emozione sta nell’ascoltare oggi, a distanza…

11 anni, roma

oggi mi va di ricordare settembre del 1985, a vivere la finale nazionale dei giochi della gioventù di nuoto. delfino. il tifo incredibile. il completo arancione e grigio che mia mamma mi aveva comprato da benetton. la febbre che mi sale la sera prima di partire, con la borsa e la valigia già pronte e mio fratello che mi dice “vengo a dormire con te così se ti sto vicino me la prendo tutta io e a te va via”. la piscina che ti toglieva…

come stavamo ieri

La mia prima squadra di fantacalcio si chiamava Tachicardica e tutti i venerdì sera ci si sentiva al telefono per scambiarsi le formazioni. Giocavano mio fratello, mio padre, mio zio e due mie amiche. Eravamo solo sei sì, era un campionato partito in ritardo e questi erano quelli che avevo messo insieme. Avevo lo scazzo cronico, viaggiavo con lo walkman nelle orecchie anche solo per scendere a comprare un evidenziatore alla cartoleria sotto casa, ascoltavo marlene kuntz, cure, la crus (aggiunti ovviamente alla pietra miliare…

tempi moderni

Viaggio in treno. Nel sedile davanti al mio un gruppetto di tre ragazzini, avranno avuto 14 anni. Parlavano di musica, di come suona tizio, della chitarra di caio; parlavano delle prove in saletta, di volumi, dei pezzi da fare, delle incisioni. A un certo punto uno del gruppetto fa: “oh, ma lo sai cosa mi ha raccontato Riccardo??? mi ha detto che quando suonava lui si metteva con la chitarra davanti a un registratore e schiacciava REC e si registrava così… SULLE CASSETTE! Cioè, suonava…

in calle mai più

dopo il post di prima ho preso una scossa di tempo passato, come una scarica elettrica. ho visto noi mangiare la strada sul camper, mio padre col braccio appoggiato al finestrino a soffiare fumo mentre la giacca a vento appesa sbatteva. ho visto mio fratello, biondo come mio figlio oggi, seduto a cantare. E mia madre dietro di lui, cantare e guardare, che alla sera aveva gli occhi che le facevano male. e io spiavo e leggevo Topolino mangiando crackers… “da piccolo ero grande e…

Altro che facebook!

Me ne stavo seduta rassegnata nella saletta del terzo piano del galliera aspettando il mio turno per il monitoraggio e ciacolavo senza troppo entusiasmo con una ragazza che come me aspettava. Si avvicina una ragazza, io al solito non me ne accorgo visto che come sempre me ne sto un po’ sulle mie.. “scusami, ma tu sei alessandra?” … Carramba che sorpresa! Una mia compagna di liceo, non la vedevo da più di quindici anni! Ora, non è che fossimo amiche eh, io al liceo…

il marziano tra noi

Premetto che io non c’ero. Nonostante il mio abbonamento di sud, la pancia non mi permette di presenziare. Ma mi sono commossa al solo pensiero. Insomma, sabato sera allo stadio c’era lui, il marziano, l’unico grande Alviero. Il mio mito di bambina. I riccioli pazzi. Il piede magico. Il nome che più ho amato (e che avrei dato a mio figlio se avessi avuto un po’ di collaborazione). Penso Alviero e ritorno al vecchio Ferraris, alle battaglie, alla Samp che si muove intorno a lui,…

l’anima in concerto

a sentire vecchioni in quel piccolo teatro non so quanti fossimo. era pieno ma sembrava di essere in un salotto e questo deve aver provato anche lui, perché ha regalato uno di quei concerti che non si dimenticano, un po’ costruito e un po’ improvvisato, un po’ cantato e un po’ recitato a braccio. Con la musica di un pianoforte a coda e di un contrabbasso ad accompagnarlo, tutto qua. Da sciogliersi, per me che ho la mia vita percorsa sulla sua colonna sonora. e…