ma come si apre un blog?…

Eccomi qua. Mi sono fatta prendere dall’entusiamo e sono qua. Però… come si apre un blog? Che si dice come prima cosa? “yuhuu, sono qui anch’io”… o si parte in botta con qualcosa di interessante? Per ora aspetto e intanto prendo possesso del mezzo. Ho importato vecchi post che avevo appuntato altrove tempo fa… sono soddisfatta 🙂 e un grazie a tambu lo devo davvero… anche per quanto lo sfrutterò in futuro 🙂

l’anima in concerto

a sentire vecchioni in quel piccolo teatro non so quanti fossimo. era pieno ma sembrava di essere in un salotto e questo deve aver provato anche lui, perché ha regalato uno di quei concerti che non si dimenticano, un po’ costruito e un po’ improvvisato, un po’ cantato e un po’ recitato a braccio. Con la musica di un pianoforte a coda e di un contrabbasso ad accompagnarlo, tutto qua. Da sciogliersi, per me che ho la mia vita percorsa sulla sua colonna sonora. e…

parafrasi

a volte sì, sono una donna che sta seduta sul bordo della sua vitae tiene in una scatola i suoi sorrisi e le lacrime in mare apertonon porto il figlio a scuola, a volte lo porto a zonzo ma con l’automobile piccolae quando viene sera non mi accendo sono troppo stanca…

non serve la chiave

custodisco i ricordi sì. ma non come perle, come diamanti, come gioielli.custodisco i ricordi ma non in cassaforte, non in uno scrigno, neppure in un cassetto.custodisco i ricordi come monetine, come scontrini, come fazzoletti; in disordine, sparsi per le tasche delle giacche, dei pantaloni, delle borse.così distrattamente cammino o sono seduta in treno o guido ed esce un ricordo, solo per un movimento dell’anima, solo per un odore improvviso, solo per una voce, una luce. come una monetina da una tasca, un pezzo di carta…

dov’è il confine

“restiamo volentieri ad aspettare che la nostra casa stessa riprenda il mare” ieri tornavo a casa in macchina, arrampicandomi sulla collina; e guidando guardavo lassù, sul versante, dove la mia casa mi appare aggrappata. arrivando da qui la montagna è ripida ed è proprio montagna; non dosso, non collina ma proprio montagna, di rocce e alberi, boschi e macchia. Sta lassù appesa, a bocca aperta sembra e ha ragione fossati, sembra a guardarla che aspettiamo che riprenda il mare. E mentre guidavo nella strada stretta…

ciacchete

intanto, il sole è quello di primavera inoltrata ma senza vento, caldo da fermarsi nei ritagli tra i palazzi e prenderselo addosso, sentirselo addosso. picchiettare sulla tastiera mentre il telefonino vibra; è una foto del topobambino in riva al mare, con i piedini in acqua. potere solo immaginare la sua gioia. ma sorridere.

con un cucchiaio di legno

Quando era piccolo, mio fratello diceva “ho un pizzico al cuore” ed era malinconia, una punta di dolore, il cuore un po’ pesante. poi andavamo a trovare il nonno, non quello che arava l’orto e ci portava in vespa, quello più vecchio, con il bastone; ci faceva fare il cavalluccio e suonava una chitarrina ed era allegro… ma mio fratello quando tornavamo a casa piangeva. Perché si commuoveva di un uomo vecchio, con il bastone. oggi è maccaia qui, dentro e fuori, e mescolo il…

pomeriggio baccano nei pollai

giornata calda di sole, sdraiati sul prato in maglietta. il topobambino prende le uova dal nido “tre… tre.. tre” lui conta, ma dice solo il tre, con la erre che si attorciglia. E le uova sono proprio tre. Poi prende la paletta e scava una buca portando la terra in un vaso. All’improvviso molla tutto e corre dalle caprette, vuole infilare un piede nel secchio dell’acqua attraverso la rete; non ci riesce, allora ci puccia le mani fino ai gomiti. Siamo al terzo cambio della…