“Mi chiamo Budo.
Esisto da cinque anni.
Cinque anni è una vita lunghissima per uno come me.
È stato Max a darmi questo nome.
Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi.
I genitori di Max mi chiamano l’amico immaginario.
Non sono immaginario.”
(Matthew Dicks, l’amico immaginario)
Non ne ho mai parlato qui ma devo rimediare perché non sia mai che una cosa come questa andando avanti negli anni si perda dalla memoria familiare (anche se dubito che succederà) 🙂
L’Antonia vive con noi da quasi tre anni, è un po’ bambina e un po’ adulta – dipende dalle circostanze -, abita ma con noi ma non disturba perché la sua casa sta in fondo alla sala.
Ed è una casa vera la sua, con annessi e connessi; quindi non mangia con noi, non è invadente ecco.
Durante le vacanze viene anche lei ma viaggia sempre su mezzi personali, non con noi; gira su un suo camper, per dire.
Così in Puglia e in Sicilia la incontravamo spesso ma faceva vita a sé con la sua famiglia o la sua compagnia, che è quanto di più altalenante esista: perché l’Antonia è una bambina di circa cinque anni ma in certi momenti è un’adulta sposata.
Dipende, ecco.
Date queste caratteristiche abbiamo sempre convissuto tutti in perfetta armonia, tolta quella volta che non mi sono accorta di lei e mi ci sono seduta sopra.
L’Antonia ha a sua volta delle amiche che quindi fanno parte della cumpa; a volte le ritrovi tutte insieme, altre volte girano da sole.
Hanno sempre un sacco di avventure che però spesso finiscono maluccio, tipo quella volta in cui sono riuscite a convincere un custode a farsi aprire una vasca dell’acquario di Genova per farsi una nuotata tra i pesci; il problema è stato che loro nuotano solo a dorso e nuotando senza guardare sono finite tutte quante a turno sul pesce palla con le punte.
Morale, ricovero in ospedale tutte piene di buchi.
L’Antonia se l’è cavata in qualche giorno, le altre ci son state un sacco di tempo.
Certe volte quando l’Antonia non è con noi telefona; così, per sapere come va, per organizzare eventuali feste o appuntamenti.
Sono telefonate lunghissime e passi se siamo a casa, ma a volte telefona che siamo fuori e lì allora la situazione spesso si fa un tantino imbarazzante.
Per noi eh, per Pepino; l’Anna proprio non si fa minimamente sfiorare dalla situazione e discorre al telefono anche per mezz’ora, camminando per strada, in mezzo alla gente, viaggiando in macchina, vagando per casa.
A volte per giorni l’Antonia non si fa vedere né sentire; ma proprio quando pensiamo che sia andata via per sempre ecco che ricompare, di persona, con una telefonata o semplicemente in un racconto.
Perché l’Anna sa che l’Antonia esisterà finché lei la terrà viva, come Budo appunto.
E come Budo appunto forse anche l’Antonia sa che ha bisogno che Anna non smetta di pensarla per continuare a vivere.
🙂
grande Antonia! occhio però che torni sempre lei e non un’altra Antonia, si sa mai che succeda come quell’episodio de “i confini della realtà”, The shadow man:
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Shadow_Man
;-P
Che bel racconto! Dolce Annina! Grande Antonia…è molto discreta!