ci sono giorni come questo in cui mi sembra di fluttuare, col cuore un po’ sanguinante e il mondo intorno che mi pare una pioggia di meteoriti. E io immobile.
fermo e inimmaginato come una nota di Mahler
sopra un violino solo
tiro una riga sotto l’operazione in colonna e non calcolo perché lo so già il risultato.
e non mi piace.
mi fa paura e male.
Lasciatemi questa zona d’ombra,
questo sentimento di non partenza
ed è a questo punto che mi accorgo che a volte non ho bisogno di musica in quanto musica.
ho bisogno che una voce – proprio una voce – mi culli.
come un padre, un amore, come un abbraccio, un fuoco acceso.
non sono solo le parole. non è solo la musica.
oggi ho bisogno di sentire la voce.
e penso che cazzo, io la voce di mio padre non me la ricordo!
sto qui a sforzarmi di riportarla su ma non la trovo, non ci riesco. ho mille parole sue, mille suoi modi di dire, mille episodi che vado a frugare.
Ma com’era la voce, non lo ricordo.
Non la trovo più.
Solo canzoni cantate nelle orecchie che sovrappongo.
Come se ormai avessi dato a lui quella voce.
Sono confusa.
E la realtà è che il mio cielo capovolto sta crollando giù.
o sta andandosene via e mi sfugge e sto come in quei sogni in cui vorresti urlare e non esce la voce.
no, il tuo cielo capovolto non potra mai cadere proprio perche e capovolto.e poi i tuoi bimbi lo tengono su con le loro manine e lo illuminano perche sono ilsole della tua vita.
devi pubblicare i tuoi pensieri, schietti ,immensi di rabbia e amore.sensibilita e fragilita.
ti voglio bene e ricordo papa come se fosse ieri.ti stringo forte, vale.
Grazie vale 🙂
E’ bello averti incontrata di nuovo!