milla e nemo

E’ arrivato Poldo, anzi Nemo

 

Enzo, Nike, Benni, Lupa, Milla e ora Nemo.

Nemo ha la bocca che ride.
Forse non capite, ma ha la bocca che ride. Ci sono cani che ridono e lui è uno di quelli.
Ti guarda e quando è felice ride.
Ancora stiamo imparando a conoscerci ma abbiamo capito subito che lui ride, come rideva Benni.

Nemo è arrivato due sabati fa ed è stato all’improvviso.
Da quando la Lupa è volata via aspettavo il momento in cui mia mamma avrebbe detto sì a un altro cane.
Sabato lo ha detto. E sabato pomeriggio Nemo abitava con noi .

Nemo si chiamava Poldo, arriva dal canile di Arenzano e prima dalla provincia di Salerno.
Non conosco ancora bene la sua storia; so solo che è stato raccolto in strada e che al suo primo canile faceva da mamma a una cucciolata di piccoli abbandonati. Lui che cucciolo era ed è ancora.

Siamo andate al canile Anna e io ed è stato difficile; perché inevitabilmente devi scegliere.
Quindi mentre sei lì speri che sia uno di loro a sceglierti, come era stato per la Nike, che al canile di Genova aveva scelto noi tirando fuori dalla gabbia una zampa e agganciando mio fratello per la maglia.
O speri che un segno cada sul tuo cammino, così da poter trasferire a qualcosa di esterno la responsabilità di una scelta; la Lupa vagava per un bosco, persa e abbandonata.  Ed è stata una notte ad aspettarci, ferma nello stesso punto in cui l’avevamo incontrata la prima volta.
Perché scegliere chi porterai a casa, a chi regalerai la vita del cane amato e rispettato, è doloroso.
Non esci semplicemente felice, con il tuo cane in braccio; ti porti dietro un po’ di buchi in quella felicità, uno per ogni sguardo di cane che ha incrociato il tuo, dietro la rete dei box.

Così per il suo sguardo vivace, per le parole della volontaria Alessandra, per il cuore di Anna, siamo usciti con Poldo, nella sua nuova vita Nemo.
Ma ho un buchino qui dentro per tutti gli sguardi di Mordicchio, Molly, Pallino, per le zampette accarezzate attraverso le reti, per il saltellare vivace di ognuno di loro, per il nascondersi schivo di altri.

Nemo è arrivato a casa ed è stato subito buono. Vivace ma senza pazzia, è andato d’accordo con la Milla da subito e non ha infastidito neppure Ciccio, il gatto.
I primo giorni ha tenuto lo sguardo alto, a guardarsi intorno come a controllare cosa lo circondasse; adesso che la confidenza è presa, lo sguardo scende a terra a far buchi nei vasi, a giocare con le olive, a rubare le scarpe.
Insomma, lascia libero lo spirito cucciolo che è in lui.

Nemo come il pesciolino del cartone animato.
Nemo come il capitando di ventimila leghe sotto i mari.
Nemo come nessuno in latino. Come a dire: ero come un Nessuno sulla strada quando mi hanno raccolto ma ora questo è il mio nome e so chi sono.

🙂

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