Ma provate a spiegare a un bambino di cinque anni che si incazza come una biscia la gestione della rabbia.
Provate a spiegargliela mentre state perdendo il derby.
Provate a spiegargli, mentre si infuria perché non facciamo gol, che deve essere “sportivo” (…) e che a volte si vince, a volte (…) si perde.
Provate a insegnargli che “bisogna saper accettare la sconfitta”, che “è sbagliato farsi travolgere dalla rabbia”.
Provate a dirgli qualcosa mentre costruisce le barricate di giocattoli contro la porta per non far rientrare il genoano di casa.
Provate a spiegargliela, la gestione della rabbia, mentre voi spacchereste il muro a pugni.
Per poi sentirgli dire la mia verità
“marco, dai, è andata così. Ti ricordi l’anno scorso, quando abbiamo vinto?”
“Non mi serve a niente ricordarmi. Io voglio vincere sempre!“
e poi voltando le spalle e andandosene a buttarsi sul letto
“…ma che vadano a cagare, oh!!”
okay, lo ammetto, non ho avuto la forza di sgridarlo per la parolaccia.
che serata difficile!…
😀 ma il genoano ha passato la notte all’addiaccio?
comunque non so. penso che stia imparando, a gestire la rabbia. prima di gestirla bisogna viverla.
se il “che vadano a cagare” era riferito agli undici eunuchi in campo (e allo zio fester in panchina) andava premiato, non sgridato.
sì, era riferito a tutta la banda di impresentabili in campo con la nostra maglia addosso.
perciò non sono intervenuta, avrei rincarato la dose…
comunque il genoano alla fine è entrato 😀