Aspettando Godot

Sto solo cercando di capire cosa ho sbagliato e continuo a sbagliare.
Perché non può essere tutto casuale questo turbine, precipizio.

Devo pensare.
Pensare se dire, se fare.
E’ il fegato non mi regge più.
E la faccia mia non la reggo io.

Pensare.
Ma poi intanto è sempre così, la sbaglio comunque.
Faccio ordine ma poi un colpo di vento rimescola le carte.
E mi domando se le avevo riordinate davvero.
Perché tutto è uguale a prima.
Sono solo tanto più stanca.

Vaffanculo.
La verità è che sono già arresa.
Ma in fondo chi se ne fotte.

Io non sono fatta per questi giochi di società.
Forse semplicemente sono fatta per giocare da sola.
Correre da sola, parlare da sola, ballare da sola, ridere e piangere da sola.
Io non dormo la notte pensando a come potrei far meglio qualcosa che faccio bene.
Io non dormo la notte pensando a errori che non trovo.
Io non dormo la notte ripensando alle parole ascoltate e a quelle non dette. A cosa vogliono dire e a cosa potrebbero voler dire. A un pezzo di canzone, una strofa, una poesia.
E le parole sono il mio rifugio. Così se mi scivolano dalle mani anche loro non sono più nessuno.
Io non dormo la notte e mi manca l’aria e ho l’asma per quello che non ho più, per quello che perdo, per quello in cui credo e non esiste.
Non dormo e costruisco discorsi, risposte, ansie. Scrivo, cancello, riscrivo. Riassumo le cose da fare. Cerco.
O forse sì, aspetto Godot probabilmente.

Ho i lividi e sono stanca.

Non combatto.
Alle ingiustizie sono assuefatta. Le accetto quasi, ormai.
Ma l’onestà, quella costa.

3 thoughts on “Aspettando Godot

  1. se quello in cui credi non esiste, allora sei del gatto.
    ma siamo in tanti allora. poi ci si abitua.
    io ronfo come un cinghiale. intanto non esiste..

  2. quando si tiene veramente a qualcosa non ci si dovrebbe arrendere mai. bisognerebbe saper andare oltre le barriere emotive e lasciare volare il cuore.
    Ti voglio bene e mi manchi tanto.

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