Avevo già scritto una volta dei miei sogni. E del mio modo di sognare.
Ieri notte ho sognato mio padre. Stava morendo, io lo sapevo, lui lo sapeva. Andavo da lui e lo abbracciavo strettissimo, lui mi stringeva forte. E restavamo così, per un tempo che non so dire.. E la colonna sonora questa volta la ricordo bene, perché sapevo che suonava dallo stereo di una casa vicina, usciva dalle finestre aperte. Io abbracciavo mio padre e vecchioni cantava quanto tempo hai
“ci sono uccelli che sentono lo sparo
e contano quanto gli resta ancora”
Sembrava un film. L’ho tenuto stretto tanto, fino ad arrivare ai
“giardinieri sdraiati di notte col naso sul gambo di una rosa”
Poi so che se n’è andato. E ho fatto fare subito il funerale, quella stessa mattina, senza nessuno.
Volevo proteggere tutti, l’ho fatto per questo, per evitare lo strazio. E all’improvviso poi, quando tutto è finito, ho pensato che era il momento di avvisare mia madre.. E che non mi avrebbe detto grazie per averle evitato il funerale. Che avrebbe invece voluto esserci. Che aveva il diritto di esserci.
Come avrei potuto dirle che lui non c’era più ed era già tutto finito?
La musica qui non la ricordo più..