pomeriggio baccano nei pollai

giornata calda di sole, sdraiati sul prato in maglietta.
il topobambino prende le uova dal nido
“tre… tre.. tre” lui conta, ma dice solo il tre, con la erre che si attorciglia.
E le uova sono proprio tre.
Poi prende la paletta e scava una buca portando la terra in un vaso.
All’improvviso molla tutto e corre dalle caprette, vuole infilare un piede nel secchio dell’acqua attraverso la rete; non ci riesce, allora ci puccia le mani fino ai gomiti.
Siamo al terzo cambio della giornata ed è primo pomeriggio.
Lo siedo sulla motocarriola e lui grida “bai!!! bai!!” a suo papà…
poi dalla casa dietro lo chiamano; partiamo lui e io ed è tutto uno stupirsi tra la ruspa, il trattore, il camion, le oche, le caprette, i cani… ormai ha visto tutto decine di volte ma ogni volta il suo stupore sembra nuovo.
Ed ecco, il topobambino sul trattore.
seduto sulle gambe della ragazzina se n’è andato in giro sul trattore grosso, a trasportare legna nella ruspa.
dal finestrino mi guardava con la bocca semiaperta, mi faceva ciao con la manina che quasi non ci credeva nemmeno lui…
il topobambino è un bambino da mezzi di trasporto, trattori, camion, ruspe… si incanta a guardarli.
Il topobambino è un bambino di quelli che fanno “oh!”.
E poi lo rifanno.
E lo fanno ancora.

e di quelli che fanno “ciaaaaaooo” non quando se ne va via ma quando vuole che qualcuno se ne vada.
un modo educato per far capire a qualcuno che non è gradito.
e che lui sta bene dov’è.

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