così tremendamente lontano…
Vecchioni è mio padre che canta e scrive canzoni. Viaggio in treno e lo faccio gridare nelle mie orecchie a coprire ogni altro suono fuori da me. E piango. Sì, sarà solo un po’ di nostalgia..
Vecchioni è mio padre che canta e scrive canzoni. Viaggio in treno e lo faccio gridare nelle mie orecchie a coprire ogni altro suono fuori da me. E piango. Sì, sarà solo un po’ di nostalgia..
Avevo già scritto una volta dei miei sogni. E del mio modo di sognare. Ieri notte ho sognato mio padre. Stava morendo, io lo sapevo, lui lo sapeva. Andavo da lui e lo abbracciavo strettissimo, lui mi stringeva forte. E restavamo così, per un tempo che non so dire.. E la colonna sonora questa volta la ricordo bene, perché sapevo che suonava dallo stereo di una casa vicina, usciva dalle finestre aperte. Io abbracciavo mio padre e vecchioni cantava quanto tempo hai “ci sono uccelli…
a sentire vecchioni in quel piccolo teatro non so quanti fossimo. era pieno ma sembrava di essere in un salotto e questo deve aver provato anche lui, perché ha regalato uno di quei concerti che non si dimenticano, un po’ costruito e un po’ improvvisato, un po’ cantato e un po’ recitato a braccio. Con la musica di un pianoforte a coda e di un contrabbasso ad accompagnarlo, tutto qua. Da sciogliersi, per me che ho la mia vita percorsa sulla sua colonna sonora. e…
“…ho come l’impressione che ho vissuto qualche cosa di importante ma senza te mi sembra che in passato non mi sia successo niente…” (r.vecchioni, malinconia leggera)
Lontano qualcuno stanotte cammina va oltre le luci, le insegne, gli hamburgher, le scarpe in vetrina va oltre lo sport in diretta, l’amore, i bambini, la cena, la pioggia, le vecchie canzoni va oltre le facce di quelli che tornano a casa aggrappati al volante intorno c’è tutto di tutto ed il meglio di niente intorno la notte e stanotte qualcuno cammina. (R. Vecchioni, Notturno)
E’ arrivato il momento di tornare.come un viaggio, esattamente come un viaggio, siamo partiti tanto tempo fa ad occhi aperti e orecchie curiose, siamo partiti insieme noi quattro che siamo stati sempre un’anima sola, che non so quanti nella vita.e forse è presunzione o solo orgoglio di quello che ho avuto oppure il vizio di trasformare questa normalità che è solo normalità in qualcosa di unico.siamo partiti con cassette e chilometri a cantare e basta, con l’allegria di gustare quello che piace; finché cominci a…