L’Antonia

“Mi chiamo Budo. Esisto da cinque anni. Cinque anni è una vita lunghissima per uno come me. È stato Max a darmi questo nome. Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi. I genitori di Max mi chiamano l’amico immaginario. Non sono immaginario.” (Matthew Dicks, l’amico immaginario) Non ne ho mai parlato qui ma devo rimediare perché non sia mai che una cosa come questa andando avanti negli anni si perda dalla memoria familiare (anche se dubito che succederà) 🙂 L’Antonia vive con noi…

Un sogno di Anna

“C’era una zanzara che ha punto la sabbia e la sabbia è andata in acqua per bagnarsi la ferita. Mentre era in acqua ha visto uno squalo ed è scappata, è tornata di corsa sulla spiaggia. Ma la sabbia aveva occhi naso e bocca eh. Lo squalo l’ha inseguita, è uscito dal mare, è andato sulla spiaggia, è salito su un tavolino e si è messo a ballare uappa gangnam style!”  

La domenica delle Palme: l’Anna e il Vangelo della Passione

Stamattina il Vangelo della Passione di Gesù alla Messa della domenica delle Palme ha evidentemente colpito l’Anna più delle letture delle altre domeniche. Oggi pomeriggio giocava alla Messa: serissima, concentrata, ecco il suo discorso a braccio, trascritto parola per parola 🙂 “– Cari amici voi siete sulla croce e state attenti che se cadete vi fate male. Poi alzando gli occhi gli disse: – Noi siamo vivi e abbiamo ancora la possibilità di resistere perché noi siamo realtà abbiamo con noi la giustizia noi abbiamo…

Nessuno (il dialogo dell’assurdo)

– Anna com’è andata all’asilo? – benissimo mamma! – e con chi hai giocato? – con nessuno – ma come con nessuno! – ma sì, con Nessuno! Nessuno è il mio amico immaginario dell’asilo! – … :-O – e però poi Nessuno non è venuto a mangiare con noi – ah no? E perché? – perché nessuno gli ha lasciato il posto… O_o

sogni da interpretare

Anna, stamattina al telefono: “Ho tognato un bel togno! Ho tognato che tu avevi messo due dita nel fuoco del camino – (pausa… silenzio di 3 secondi…) cioè, un sogno nommale ecco, non un bel togno!… – e ti eri bruciata e poi sei andata all’ospedale (altri tre secondi di silenzio) … e poi mi pare che son nata io!”

Scrivere davvero

L’Anna con i suoi tre anni e il musino strafottente si sveglia con “i ricci nelle mutande” incazzosa e polemica (e mi ricorda qualcuna..). Poi pian piani le passa, prende un foglio e i pennarelli per fare un disegno e si mette al tavolino. Dopo un po’ chiama la nonna: “Nonna, vieni a vedele, ho critto Anna! ” E l’aveva scritto davvero! :-O