Sogna bambina sogna

L’altra mattina l’Anna si sveglia: “Mamma ti racconto il sogno che ho fatto stanotte? Allora: eravamo io e te al concerto di Vecchioni e lui cantava Aiace quasi subito! Così io cantavo e poi lui faceva tutte quelle che io conosco e io le cantavo tutte! Allora a un certo punto smetteva di cantare e mi diceva: – Ma tu le canti tutte! Scommetto che anche tu da grande vuoi fare la cantante! E io gli dicevo di sì e che però devo imparare perché sono…

Ciao asilo (secondo turno)

E anche per lei è arrivato il momento di salutare l’asilo. E’ arrivato il momento di scendere dal palco, prendere il sacchetto con tovagliolo e asciugamano, raccogliere i disegni e salutare tutti; scendere le scale per l’ultima volta e guardare indietro, guardare gli anni di giochi, compagni, salone, veranda, maestre, pranzetti, merende, lavoretti, canti e danze. Voltarsi ancora una volta e salutare tutto e tutti, che adesso si va a scuola, ho cinque anni e mezzo, sono piccola ma ho cinque anni e mezzo. Commuoversi…

Vecchioni a Genova, il primo concerto di Anna

  Il primo concerto di Vecchioni per Anna, 5 anni (Marco ormai è un veterano, è al terzo). Lei emozionata da giorni, anzi “agitata” – come continuava a dire – perché “è la prima volta eh!”. Io solo preoccupata che si addormentasse a metà, lei che è abituata a crollare non troppo tardi. Preoccupata non per il fatto in sé, ma perché certamente poi lei stessa si sarebbe arrabbiata molto (conosco i miei polli). Già per me è un’emozione grande, grandissima, andare a questo concerto con…

All’improvviso 10 anni fa,

“e adesso voi guardate me negli occhi per rivederlo perché tra tutti voi gli assomigliavo un po’ di più” Che giorno è oggi? All’improvviso come un fulmine. 10 anni fa. Che poi le ricorrenze, le date, a me non hanno mai fatto nulla. Non mi hanno mai lasciato nessun segno. Sinceramente: ma come si fa a piangere ancora? Significa che piangerò per sempre? Significa che piangerò finché non ci sarà un altro dolore a sgomitare lasciando questo un po’ più indietro? E poi: il tempo…

Vecchioni di madre in figlia

Ero una bambina e mi chiudevo in sala, accendevo il grande giradischi e mettevo uno dietro l’altro i 33 giri che mio padre una sera aveva portato a casa; avevamo ascoltato Vecchioni in un concerto all’aperto all’Acquasola di Genova. Ci era entrato dentro come un colpo di fulmine, con l’improvvisa voglia di conoscerlo tutto, sentirlo tutto. Era il 4 agosto 1983. Mio padre appunto è arrivato una sera dal lavoro – e ricordo la chiave che gira nella toppa, ricordo che ogni sera la chiave…

Il trucchetto per la tabellina del 9

Oggi ho avuto la riprova che il metodo è fondamentale anche per i bambini. E che a volte lo sforzo è esagerato, basta concentrarsi sui particolari per trovare la strada giusta. in linguaggio infantile si chiamano trucchetti. Ripasso delle tabelline con Pepino, naturalmente non “in fila” ma saltando. Gli avevo già spiegato gli anni scorsi che quella del 9 da ricordare è semplice, aumenti sempre di uno le decine e diminuisci sempre di uno le unità. Cosa fantastica se appunto devi dirla in ordine: 9×1=9,…

L’Antonia

“Mi chiamo Budo. Esisto da cinque anni. Cinque anni è una vita lunghissima per uno come me. È stato Max a darmi questo nome. Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi. I genitori di Max mi chiamano l’amico immaginario. Non sono immaginario.” (Matthew Dicks, l’amico immaginario) Non ne ho mai parlato qui ma devo rimediare perché non sia mai che una cosa come questa andando avanti negli anni si perda dalla memoria familiare (anche se dubito che succederà) 🙂 L’Antonia vive con noi…

Si è figli per sempre

“Ora che mio padre non c’è più e io mi trovo a pensare a lui come non avevo mai pensato quando era vivo, mi rendo conto di quante volte egli deve aver tentato di mettersi in comunicazione con me attraverso quella chiave scherzosa, quante volte ha fallito”. Avere tra le mani un libro nel quale un figlio parla del padre. Del padre in vita e del padre che muore. E soprattutto di se stesso. Avere tra le mani un libro che parla di pensieri, pancia,…

Un sogno di Anna

“C’era una zanzara che ha punto la sabbia e la sabbia è andata in acqua per bagnarsi la ferita. Mentre era in acqua ha visto uno squalo ed è scappata, è tornata di corsa sulla spiaggia. Ma la sabbia aveva occhi naso e bocca eh. Lo squalo l’ha inseguita, è uscito dal mare, è andato sulla spiaggia, è salito su un tavolino e si è messo a ballare uappa gangnam style!”