Oggi ho cominciato a leggere al topobambino favole al telefono di Gianni Rodari. Io ricordo che da piccola lo adoravo.
E’ la prima volta che leggiamo un libro in cui deve solo ascoltare. Di solito siamo abituati a leggere libri con le figure, i disegni, leggere la storia tutti e due con gli occhi sul libro. Stasera abbiamo inaugurato la fase “io leggo e tu ascolti”.
E devo dire che è stato bello e divertente. Le “favole al telefono” sono racconti brevi e semplici e allo stesso tempo nascondono spesso un piccolo grande messaggio. Che poi tutto sommato non importa cosa arrivi al topobambino. Lui si bea della storia, della sua originalità. Ride come un matto se una cosa lo diverte e ho l’impressione che il fatto di non avere figure da guardare gli liberi ancora di più l’immaginazione, lo tenga col fiato sospeso, appeso alle mie parole. Sta lì a bocca aperta con la risata pronta a scoppiare, come se aspettare il seguito senza l’appiglio delle figure gli desse più eccitazione, più emozione dell’attesa. Come se non sapere cosa aspettarsi rendesse tutto più affascinante.
Leggevo la storia del bambino distratto che perde i pezzi e rideva come un matto, rideva da non riuscire a fermarsi. E ridevo anch’io e pensavo che sembra una versione per bambini della canzone di Gaber. Certo, diversa, ma tutti questi pezzi sparsi qua e là… 😀
E pensavo anche al viaggiatore di commercio che ogni sera telefonava alla figlia per raccontarle una di queste favole. Chissà se è lo stesso viaggiatore di commercio
“che ha scoperto al casello che c’è lo sciopero e non si paga
e fa la faccia seria
ma dentro
ride”
🙂
anch’io adoravo le favole al telefono… a noi le leggeva la maestra in classe: ogni tanto prendeva il libro, lo apriva e leggeva e per noi era come un premio, un momento di relax. vorrei ritrovare da qualche parte l’edizione anni settanta con quel bellissimo disegno di copertina.
non ne sono sicurissimo ma credo che gaber si sia ispirato a rodari.