nostalgia canaglia

Quattro anni e mezzo fa io, spirito libero, anima intrisa di viaggi e avventura, ho partorito un piccolo grebano che, fuori dal suo territorio conosciuto, è un concentrato di malinconie, nostalgie e ansia di perdersi. Il suo unico desiderio, trascorso il primo giorno di vacanza, è quello di tornare a casa, riprendere contatto con le sue cose, i suoi giochi, il suo mondo, i suoi paciughi, sua nonna, il suo lettino (“sono stanchissimo stasera, torniamo ora che devo andare a dormire nel mio letto“…).
Se gli dico:”ma perché vuoi tornare già a casa?” mi risponde “sai, devo finire dei lavori..“, che di per sé come risposta fa pure ridere ma ecco, alla lunga la situazione diventa un po’ – come dire – estenuante.
Vive ogni sosta – per visitare una città, per un giro panoramico in trenino, per qualunque cosa… – con la paura di perdersi. Non di perdere noi eh, la sua ansia è quella di non trovare più il camper o la strada del ritorno. E il fatto di essere tutti noi, tutti assieme, non lo rassicura.
Alla fine non è tranquillo finché non torniamo al camper e una volta in camper non ha quiete finché non è il momento di tornare a casa.. ora dorme (con la febbre latente.. ma non c’entra con i suoi stati d’animo, li abbiamo già sperimentati altre volte) e si è addormentato sulla rassicurazione “domani si torna a casa”.
E mi ha detto “mamma, io sono contento e mi piace la vacanza in camper, però mi piace tanto anche tornare a casa..“.
Gli ho detto che è giusto, che è normale, si parte, si va in giro e poi si torna e si ha voglia di tornare. Il bello del viaggio è anche questo.
Speriamo sia solo una fase eh, però ecco, se magari questa sana voglia di ritorno non scattasse proprio alla prima sera di vacanza..
:-O

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