Pomeriggio, baccano dai pollai
cani trattenuti e nervosi
gatti silenziosi
i tuoi gerani meravigliosi
e sopra a tutto quel poco per ciascuno
il canto ininterrotto del cielo
pomeriggio di un mese di spose e cose prodigiose
nel mio pomeriggio urlano improvvise le faraone dai pollai vicini, come se dovessero avvisare di qualcosa e invece non avvisano di niente. le anime corrono tra l’erba superstite delle fasce e si sentono passare a volte.
i cani sonnecchiano e si risvegliano improvvisi e scattanti per un rumore di gatto tra i cespugli, per una volpe nella notte, per un motore che li disturba.
nel mio pomeriggio, le caprette mangiano dalle mani del topobambino che fiero sa quali foglie sono preferite; e vuole entrare nel recinto, oppure infilarsi nel pollaio… e ormai con la manina arriva alla serratura e la fa scivolare.
pomeriggio adesso tace il tosaerba
ed e’ gia’ partita la trivella della cava
e sono colpi che svuotano per sempre
anche la mosca e’ tornata puntuale, meno male,
qualche fastidio ogni tanto ci vuole.
Ci vuole un bel tacere per ascoltare tutto
il tuono, il boato lontano sul silenzio distratto
clacson, campane, incessanti motori
voci di figli e di genitori
non c’è cava né trivella nel mio pomeriggio, è vero; ma rumore di trattori che entusiasmano il topobambino, motoseghe a volte, muggiti e cavalli
“pticum pticum”
c’è fieno e legna, la casetta colorata per aprire le finestre.
e voci, voci… quelle sì, le nostre voci.