domenica d’autunno

legna tagliata.
il topobambino non dorme, vuole respirare l’aria con la sua mamma, almeno oggi che c’è tutto il giorno
almeno questo voglio credere.
c’è sole e vento di tramontanta asciutto che taglia un po’ il viso, ma appena appena, non fa male, tanto da sentirti esistere, insieme al mal di testa atroce che non mi abbandona da tre giorni.
ma provo a fare finta di niente che questa giornata voglio godermela.

guarda, ci sono tre uova.
il topobambino si allunga e ne prende una.
io gioco a scommettere se la stringerà fino a romperla, ma no, lui la prende e me la dà.
ha i capelli indisciplinati giallo autunnale.

mi piace come scandisce "mamma" adesso, è bello è vero è reale.
mi chiama per chiamarmi.
a volte mi sento una gelatina.

accendiamo il fuoco, dai.
papà arriva con la motocarriola carica di legna.
e c’è chi vorrei.
accendiamo il fuoco e scoppiettiamo le castagne.
mia mamma ride e quando è così è bello.
seduti nel prato tra caprette e galline mangiamo le caldarroste; il topobambino sgranocchia, un po’ mangia, un po’ le regala.
Siamo tanti e siamo tutti, oggi.
manca una luce sola
ma manca sempre, che sembra inutile dirlo ormai…

dal pomeriggio alla cena di forno a legna, di pizze e focaccia e pane appena cotto.

e se ci penso mi sembra un quadro
o una poesia.

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