All’improvviso 10 anni fa,

“e adesso voi guardate me negli occhi per rivederlo perché tra tutti voi gli assomigliavo un po’ di più” Che giorno è oggi? All’improvviso come un fulmine. 10 anni fa. Che poi le ricorrenze, le date, a me non hanno mai fatto nulla. Non mi hanno mai lasciato nessun segno. Sinceramente: ma come si fa a piangere ancora? Significa che piangerò per sempre? Significa che piangerò finché non ci sarà un altro dolore a sgomitare lasciando questo un po’ più indietro? E poi: il tempo…

Si è figli per sempre

“Ora che mio padre non c’è più e io mi trovo a pensare a lui come non avevo mai pensato quando era vivo, mi rendo conto di quante volte egli deve aver tentato di mettersi in comunicazione con me attraverso quella chiave scherzosa, quante volte ha fallito”. Avere tra le mani un libro nel quale un figlio parla del padre. Del padre in vita e del padre che muore. E soprattutto di se stesso. Avere tra le mani un libro che parla di pensieri, pancia,…

C’è il braccio di mio padre

“C’è il braccio di mio padre. Rigido, teso. Sembra un braccio di legno tenuto su da un filo. Non è abituato a stare al centro di qualcosa. Avanza piano, non sa se salutare la gente o guardare soltanto avanti, fa una via di mezzo, saluta con gli occhi, trema. Quando la sua bara passerà nello stesso corridoio tra gli stessi banchi lui sarà più a suo agio e io avrò nostalgia di questo giorno demenziale solo per lui, per il suo braccio di legno che…

Gli angeli non vanno mai in fuorigioco

A volte un libro vale la pena anche solo per una frase. Questo libro non è memorabile; la storia è banale, un pretesto per raccontare episodi di calcio passato, a volte interessanti e coinvolgenti, altre volte un po’ noiosi. Mancano storie che escano dalle vicende delle “grandi” e a me, tifosa più che appassionata di calcio, questa carenza pesa un po’. Niente di che insomma, anche se ritrovare nomi e partite e ripescarli dalla memoria regala qualche emozione. Se si è vissuto il calcio soprattutto…

Rivederti ogni volta

Non guardavo il festival da un millennio. C’era Vecchioni. Come ogni volta rivedo sempre di più mio padre. Solo che questa volta non l’ho rivisto solo io. Due amiche, due persone che l’hanno conosciuto, hanno pensato a lui. Hanno visto come vedono i miei occhi. Come sento io. Sorrido, con nostalgia. Mi mangio il cuore a vedere i miei bambini emozionarsi. Vivo lo stupore immenso di guardare la piccola cantare una canzone mai sentita. e sorrido e un po’ sto bene un po’ mi metterei…

la nostalgia di assomigliarsi

mio padre mi manca sempre. mi manca per mille motivi e angoli di quotidianità. per i miei figli che non conosce, per l’aiuto che avrei, per le battute stupide, per il suo brontolare, per la partita da vedere insieme, per la sua intolleranza al genere umano che più cresco – invecchio – più ritrovo dentro di me. per il suo essere sempre contro, per i libri da prestargli, per mia madre. oggi mi manca perché avrei bisogno di parlargli. ed è da asma aver bisogno…

Tu, quanto tempo hai?..

Avevo già scritto una volta dei miei sogni. E del mio modo di sognare. Ieri notte ho sognato mio padre. Stava morendo, io lo sapevo, lui lo sapeva. Andavo da lui e lo abbracciavo strettissimo, lui mi stringeva forte. E restavamo così, per un tempo che non so dire.. E la colonna sonora questa volta la ricordo bene, perché sapevo che suonava dallo stereo di una casa vicina, usciva dalle finestre aperte. Io abbracciavo mio padre e vecchioni cantava quanto tempo hai “ci sono uccelli…

un concerto e papà e un inizio e dove sei

E’ arrivato il momento di tornare.come un viaggio, esattamente come un viaggio, siamo partiti tanto tempo fa ad occhi aperti e orecchie curiose, siamo partiti insieme noi quattro che siamo stati sempre un’anima sola, che non so quanti nella vita.e forse è presunzione o solo orgoglio di quello che ho avuto oppure il vizio di trasformare questa normalità che è solo normalità in qualcosa di unico.siamo partiti con cassette e chilometri a cantare e basta, con l’allegria di gustare quello che piace; finché cominci a…