vecchioni in concerto a Genova

Vecchioni a Genova, il primo concerto di Anna

 

Il primo concerto di Vecchioni per Anna, 5 anni (Marco ormai è un veterano, è al terzo).

Lei emozionata da giorni, anzi “agitata” – come continuava a dire – perché “è la prima volta eh!”.
Io solo preoccupata che si addormentasse a metà, lei che è abituata a crollare non troppo tardi. Preoccupata non per il fatto in sé, ma perché certamente poi lei stessa si sarebbe arrabbiata molto (conosco i miei polli).

Già per me è un’emozione grande, grandissima, andare a questo concerto con i miei bambini; è la mia storia che continua.
I miei genitori portavano me e mio fratello (ed eravamo comunque più grandi), io porto i miei figli; io sono cresciuta con lui, con le sue canzoni in ogni attimo della mia vita, loro crescono con le sue canzoni e lo apprezzano, lo cantano, lo ascoltano.
Non credo di riuscire a far capire quanta emozione mi muova dentro tutto questo.

Quindi andiamo, è l’ora: Anna, Marco, la nonna e io. Entriamo a teatro.

E  la meravigliosa serata comincia. Marco è un ometto che ascolta e canta (e le sa tutte 🙂 ).
L’Anna è emozione e adrenalina allo stato puro; si incanta all’apertura sull’ultimo spettacolo di fronte al palco di musica, voce e colori che non aveva mai visto dal vivo.
è un po’ come guardare alla televisione!“, intendendo che siamo vicini, praticamente sotto il palco.
Era proprio così che me l’aspettavo!” dice.
Alla fine della canzone un’ovazione di saluto del pubblico e lui che si avvicina e saluta sorridendo.
Mamma mamma! Ha fatto un sorriso proprio a me!

La seconda canzone è già entusiasmo, Vecchioni ci regala Dentro gli occhi che al momento è una delle preferite di tutti e due.
Ah! L’ha fatta subito apposta per me, sennò poi se mi addormento non la sento!

La scaletta ci porta Ninni che mi strappa commozione e guardo l’Anna, perché a casa mi è capitato di cantarla e lei era scoppiata in lacrime, perché “mi fa piangere, non so perché”.
No, adesso qui non mi fa piangere mamma“.
Però piange lui, piange Roberto, e piangerà ancora commosso su altre canzoni.
Ma perché piange mamma?” chiede l’Anna.
“Perché sono canzoni che raccontano la sua vita e le sue emozioni; e quando si cresce – si invecchia – spesso a guardare indietro quello che si è vissuto viene un po’ da piangere”.

Vecchioni canta; le mie ragazze, Vincent, sogna ragazzo sogna. E sui ricordi, non appartengo più, così si va.
Anna e Marco guardano composti e cantano, Anna applaude entusiasta ad ogni canzone.
Fa caldo in teatro, è sudata, le levo la maglietta e resta con la sua canottierina.

La musica continua finché Vecchioni racconta il miracolo segreto di Borges.
E’ una storia mamma?” mi chiede Anna
“Sì è una storia. Ascolta, la canzone è una delle tue preferite”.
E lei ascolta e poi si illumina:” è quella del camminamento di Pumba!“, perché l’inizio della canzone le ricorda l’incedere di un cinghiale nel bosco, non so da dove le sia uscita ma è sempre stato così da quando l’ha ascoltata per la prima volta.
E anche nella bella addormentata nel bosco, il tempo si è fermato per tutti tranne che per il principe!
E se la canta tutta, anche Marco più posato sulla sua poltrona, nella sua camicia bianca (“voglio essere un po’ elegante”) canta.
E io me li guardo e li stringo con gli occhi.

Ormai posso dirlo, l’Anna non si è addormentata: su Velasquez – che non conosceva – le scendeva un po’ la palpebra e mi ha chiesto una caramella “per sentirsi sveglia“.
Scorrono altre canzoni.
Mamma, ma Aiace dici che la farà?” “No Anna, Aiace è troppo vecchia, non la fa di sicuro; prova a chiedergliela quando c’è un momento di silenzio :-D”
Ma non ha il coraggio. E Marco ne è felice perché si imbarazza 🙂
E il sognatore Olsen?” “No Anna, non fa sicuro nemmeno quella”.
ma non ne fa tante però!” “E vabbè ma sai quante ne ha scritte! Non può certo cantarle tutte”.
Lei ci pensa un attimo e poi mi dice: “Se dura di più ne può cantare altre però! Ma a un altro concerto che fa poi ci andiamo?
“Anna certo, ma deve finire ancora questo :-D”

Si chiude il sipario, è tempo di bis.
Anna ormai è in piedi sulle mie gambe, mentre tutti chiamano il ritorno sul palco lei non è da meno: “Vecchioni! Vecchioni! Fuori! Fuori!” ripete.
Roberto rientra, regala le rose blu e si commuove. Si commuove e sorride.
Piange mamma. Piange però sorride. Perché piange e sorride?
Le dico “piange perché la canzone ricorda un momento triste e difficile della sua vita. E sorride perché nonostante il ricordo triste è felice di essere qui a condividere con tutti noi questa canzone”
Allora si commuove mamma
“Sì Anna, brava, si commuove”.

Il finale è Luci a San Siro e poi una travolgente Samarcanda; Anna ormai è in piedi, la tengo sulle mie gambe e canta a squarciagola, batte le mani, balla.
Anche Marco è in piedi, canta e batte le mani; lo guardo ed è grande il mio bambino, è così grande!
L’ovazione finale è un abbraccio; Anna si sbraccia, chiama “Vecchioni!“, lo saluta.
Lui non la vede, lei continua a salutare, sudata marcia e in canottiera: “Non mi saluta!
“Anna non ti vede :-)”
Quello che suona mi ha visto!” (Lucio Fabbri :-D).

Si chiude il sipario. Buio. Marco dà la manina alla nonna.
Tre secondi ed è luce. Lo spettacolo è finito.
Oh mamma! Non mi ha fatto Esodo però
La gente va via; rivesto l’Anna e penso che questa serata è un altro pezzo di noi che non dimenticherò mai.

“manca una luce sola questa notte
però la vita che gran cosa è”


5 thoughts on “Vecchioni a Genova, il primo concerto di Anna

  1. C’è un tempo per combattere,
    un un tempo per sognare,
    un tempo per raccogliere,
    uno per seminare …

  2. Ciao, sono la ragazza che era seduta dietro di voi al concerto 🙂 Volevo ringraziarvi per le grandi emozioni che avete regalato a me e ai miei genitori. Ho rivissuto i concerti a cui sono stata portata durante la mia infanzia e tutti ibei ricordi a essi legati un po’ anche grazie a i tuoi splendidi bambini. Complimenti per l’articolo e tanti auguri alla vostra famiglia 🙂

  3. Ho appena letto il commento di mia madre su facebook, a questo puntp il mio sembra superfluo, aveva già detto tutto lei a mia insaputa 😉

  4. Non è affatto superfluo! 🙂
    Le generazioni passano ma certe passioni fanno parte di noi e faranno parte di noi per sempre.
    Grazie!

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