Vecchioni di madre in figlia

Ero una bambina e mi chiudevo in sala, accendevo il grande giradischi e mettevo uno dietro l’altro i 33 giri che mio padre una sera aveva portato a casa; avevamo ascoltato Vecchioni in un concerto all’aperto all’Acquasola di Genova.
Ci era entrato dentro come un colpo di fulmine, con l’improvvisa voglia di conoscerlo tutto, sentirlo tutto.
Era il 4 agosto 1983.

Mio padre appunto è arrivato una sera dal lavoro – e ricordo la chiave che gira nella toppa, ricordo che ogni sera la chiave girava nella toppa, clic-clac – e ha posato sulla sedia dell’ingresso il pacco di dischi.
Ricordo noi sul tavolo a guardare le copertine e tirar fuori i dischi per vedere se nella custodia ci fossero i testi delle canzoni.
Ricordo perfino il primo disco che abbiamo messo su, è stato Elisir e sinceramente non so perché avessimo scelto quello.

E poi, tutto il resto è storia, la nostra storia; ne ho già parlato e scritto tanto.
Una colonna sonora lunga una vita.
Ho conosciuto il dolore, di persona s’intende.
E mi ha colpita la felicità come un addio.

E adesso?
Le passioni delle madri inevitabilmente diventano anche le passioni dei figli.
Come, non è sempre vero?
No?
Può darsi eh.

Per ora però sì 🙂

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