la squadra del “nostro” asilo

abbiamo fatto una gita al cavallino matto, siamo partiti la mattina alle 7 in pullman con un’orda di bambini dell’asilo del topobambino.

e la cosa che più mi è piaciuta sono proprio i bimbi. tutti. E io – chi mi conosce lo sa – non sono mai stata una propriamente paziente o con una particolare passione per i bambini. Ma ragazzi, davvero, questi sembrano speciali!
non hanno litigato mai, hanno giocato e corso tutto il giorno, viaggiato quattro più quattro ore senza un capriccio fuori controllo; sono di una generosità incredibile, si prestano i giochi col piacere di farlo, condividono il cibo, le caramelle e lo fanno con soddisfazione. Grandi e piccoli insieme, ho visto bambini più grandi venire a cercare il topobambino per andare sulle canoe con lui, ho visto gli stessi bambini rinunciare a un giro sulle montagne russe perché il topobambino e il suo compagnetto piccolo come lui non potevano salire per il limite di altezza.

io l’altra sera sono tornata a casa commossa.

e ho un po’ di foto nella testa e non sono solo di giochi e montagne russe e tronchi nell’acqua.
una è il topobambino all’autogrill vuole comprare le caramelle soltanto per poterle dividere con i suoi amici.
oppure luca che ha portato un sacchetto di gormiti e li distribuisce perché così tutti hanno un giochino durante il viaggio. E tutti quanti poi rimettono i mostriciattoli nel sacchetto di luca, senza che nessuno glielo debba ricordare.
oppure ancora, cinque bambini tra i quattro e i sei anni attorno a un altro bambino che gioca col nintendo ds. li ho visti guardare e poi chiedere di fare una partita; e passarsi il nintendo e giocare a uno a uno,  senza un capriccio.
ecco, li ho visti avere delle regole e seguirle con la naturalezza con cui saltellavano da un gioco all’altro.

e niente, mi andava di ricordare questa giornata piena di bambini.

perché famiglie e maestre si dividono i meriti educativi.

perché questo asilo mi ricorda tanto il mio di quando ero piccola, dove andavo così volentieri da aver continuato anche una volta iniziata la scuola elementare; uscivo, mangiavo e al pomeriggio mille volte andavo all’asilo.

perché questo asilo, con tutti i suoi limiti, è una grande e bella famiglia dove tutti si conoscono, dove un bambino la mattina può portare un giochino, un disegno, un fiore, dove ci sono regole e c’è elasticità ed è forse per questo che i nanetti fanno tutto senza grande fatica. dove i bambini sono tutti uguali ma ognuno è diverso. dove la mari può prenderne per mano un paio e farsi accompagnare a portare le teglie delle pizze.

ecco, quello che ho visto alla gita è che spesso i bambini si sentono parte di una famiglia. di una squadra.
e fanno scudo, si cercano, si riconoscono familiari. i grandi “difendono” i piccoli, i piccoli “ammirano” i grandi.

e guardo, li guardo e un po’ mi si gonfia il cuore; sì, quanto è cresciuto il topobambino quest’anno!

One thought on “la squadra del “nostro” asilo

  1. per l’esperienza seppure limitata e indiretta che ho dei bambini di inizio millennio (ma non sto dicendo che noi di fine millennio fossimo molto diversi, intendiamoci…) quello che racconti mi sembra davvero notevole. forse è anche il posto in cui siete che aiuta. in ogni caso tenetevelo stretto, quell’asilo 🙂

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