Del blog, della memoria e del gentil sesso

Mi sono accorta che quello che mi piace del blog è andare indietro e ritrovare momenti che a volte addirittura avevo dimenticato. O quantomeno accantonato. Questa è la ragione per la quale fisso qui dentro episodi e “uscite” soprattutto del topobambino. Perché mi conosco e so che purtroppo la mia memoria sa fissare al momento ma sulla lunga distanza spesso perde colpi. Come se gli eventi fossero foglietti appiccicati con lo scotch. E invece voglio poter ripescare le cose che mi colpiscono, mi piacciono, mi divertono. O mi fanno soffrire. A volte anche quelle sì.
Qui è come se fosse un diario. O no, un blocco note. O un’ammucchiata di post-it.. ecco, forse questo più di tutto.

Oggi prima comunione di una cuginetta, con pranzo in trattoria sulle alture di genova. I bambini stanno soprattutto fuori, c’è uno spiazzo verde, i più grandicelli giocano a pallone, gli altri giocano e basta, un po’ si inseguono, un po’ si inventano giochi.
Una bambina corre con un giornalino in mano e il topobambino la insegue.
A un certo punto lei inciampa correndo e cade. Si rialza e si accorge che il giornalino si è strappato. Si gira di scatto, guarda il topobambino con grugno da rimprovero e fa: “ecco!! Guarda cosa hai fatto! Hai visto??”
Il topobambino, che ha una lingua piuttosto lunga (e lo confesso, io spesso se sono sufficientemente lontana lascio che se la cavi.. o faccio finta di non sentire :-D) la guarda, fa un suo broncio caratteristico e sbatte i piedi. Ma non basta, lo so, lui non ci sta mai.
Così dai suoi quattro anni e cento centimetri scarsi stringe i pugni, fa il grugno pure lui le ringhia la sua verità: “io non ho fatto niente!!sei proprio una femmina! Vuoi sempre avere ragione!!

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