Se n’è andata cucendo..

Mia nonna è volata via. Ormai non mangiava più.
Si è assopita, non si svegliata.
E ieri, prima di morire, stava cucendo un orlo, di una tovaglia o di un lenzuolo forse. Con gli occhi chiusi teneva un ago, faceva lenti e precisi movimenti con le dita tirando un filo immaginario.
Io ero a casa, mia madre mi raccontava commossa. Erano almeno dieci anni che non cuciva più, ma ripeteva precisi gesti che le erano rimasti conosciuti.
Nel suo sonno che non era un dormire era tornata indietro a un ricordo, ad una serie di movimenti che le erano naturali, automatici quasi e non aveva mai dimenticato anche smettendo di farli.
Avrei voluto sapere dov’era seduta, a quale tavolo di quale casa e chi c’era con lei. Avrei voluto vedere cosa stesse cucendo, forse non una tovaglia, forse una delle camicie o dei vestiti che mi ha fatto quando ero ragazzina.
Il suo sogno tra ago e filo era iniziato il giorno prima, quando tastando il lenzuolo mi aveva detto “non va bene così”. E io non capivo, non ho capito lì per lì. Le ho risposto che sì, andava tutto bene, era tutto a posto. Invece lei mi ha detto di nuovo “non va bene così”… “non mi sono spiegata”; e poi si è messa a ridere, “nu se capimmu” ha detto. Sì, non avevo capito. Era l’orlo del lenzuolo a non andare bene.
Era da rifare.
Tutto da scucire e ricucire daccapo.
E chissà nonna se prima di andartene hai finito il lavoro..

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