acqua

La pioggia genera pioggia, cade e si rincorre.
era notte venerdì e scendeva rapida lungo i fossi, aggirava la casa
tumultuosa, incessante, dal cielo e dai muri.

acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte…

inzuppava le fasce che a camminarci ci sprofondavi
laghi e torrenti in piena, getti che escono dal muro dietro casa

e non smette e non passa

nu l’è l’aaegua de ‘na rammâ

ecco la terra che non ha più controllo, come sfuggisse a se stessa, mentre l’acqua scompare nei tagli tra l’erba e risbuca più sotto, sembra un gioco di talpe mentre l’acqua spinge altra acqua e l’acqua che cade frenetica e costante spinge l’acqua che spinge altra acqua
e la terra si abbandona
si stacca
scivola, come una valanga, come un piano di sabbia

scivola che sembra compatta, scivola lenta che sembra immobile e veloce che pare non fermarsi
fino agli ulivi fradici e scossi

e si ferma.

affacciata alla finestra nella irreale tempesta di vento e pioggia  e buio della notte vedo mia madre nella strada sfidare la natura, in un impermeabile giallo e verde.
mi sembra piccola e mi fa paura il suo inutile camminare con una torcia accesa a cercare di vedere cosa l’acqua sta portando via.
E’ tutto solo buio e vento e la sua luce e il suo impermeabile
l’acqua e lei.
Cosa mi porti via, ancora? Cosa mi porti via?

La chiamo, la chiamo più forte finché mi sente
le dico "a cosa serve adesso? torna su, a cosa serve stare lì?"
Poi penso che forse non serve a niente
o forse sono io che non so capire…

…l’ acqua gira e passa e non sa dirmi niente…

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